A Civita Castellana un prezioso connubio tra arte, industria e agricoltura

Organizzato dalla socia Serena D’Ascanio, in collegamento con la consigliera Daniela Molina, sabato 15 giugno si è svolto il press-tour di ARGA Lazio a Civita Castellana, in provincia di Viterbo. La cittadina si erge su una “forra”, cioè una rocca tufacea a picco che in antichità era un centro egemone dell’agro falisco, poi conquistato dai Romani e infine divenuto un possedimento della Chiesa.

L’economia di Civita Castellana spazia dall’agricoltura all’industria: fino a qualche anno fa si poteva fregiare del titolo di distretto della ceramica più grande d’Europa, un primato che negli ultimi tempi sta -purtroppo- venendo meno per colpa della crisi del settore ed alla quale si sta cercando di porre rimedio anche se, almeno finora, l’impresa risulta più difficile di quanto si potesse pensare.

Insieme all’assessora alla cultura e alle attività produttive e commercio del Comune, Giovanna Fortuna, i giornalisti partecipanti al tour hanno visitato la Ceramica Valdama, quale esempio di azienda storica del comparto, attivo fin dall’Ottocento. Famoso per le stoviglierie dove lavoravano intere famiglie (donne e bambini decoravano a mano i piatti), con l’apertura del mercato cinese che ha immesso stoviglierie a prezzi irrisori (dopo aver imparato dai civitesi quest’arte, dicono gli esperti), le aziende di Civita hanno dovuto riconvertire la produzione e ora realizzano sanitari di lusso. Il mercato dei quali, come si è accennato, sta subendo negli ultimi anni una battuta d’arresto con conseguente crisi del settore.

Seconda tappa del tour, la Fattoria Cavalieri. Una fattoria sostenibile, in cui le mucche sono allevate in regime biologico e sono libere di muoversi all’interno della proprietà (dove la fanno da padroni sistemi all’avanguardia per la produzione di energia rinnovabile) e fin anche ad andare a farsi mungere da un robot il quale si occupa automaticamente dell’igiene degli animali, della mungitura e dell’analisi del latte per verificare se ci sono elementi sospetti di eventuali patologie (in primis la mastite). Accanto ai terreni, alle stalle, ai locali mungitura, c’è un piccolo laboratorio di produzione casearia. Lì la famiglia Cavalieri fa burro, mozzarelle, ricotte, formaggi che poi vende nei suoi due punti vendita aziendali nel paese (per precisione in due paesi: a Civita Castellana e a Fabrica di Roma). La fattoria è intestata ad Andrea Cavalieri ma vi lavora tutta la famiglia (fratelli, zii, cugini, ecc.).

Dopo il pranzo, rigorosamente con prodotti tipici locali, i soci ARGA Lazio hanno visitato, con la guida del responsabile ufficio archivio, Direzione regionale musei Lazio, Piero Poleggi, il Forte Sangallo, edificato nel ’400 su una precedente Rocca per volontà di Papa Alessandro VI (il Papa Borgia) su progetto di Antonio da Sangallo il Vecchio i cui lavori si conclusero durante il successivo pontificato di Papa Giulio II (che, odiando il predecessore ne fece levare ogni riferimento) e con l’intervento di Antonio da Sangallo il Giovane. Struttura difensiva dei possedimenti papali, sede vescovile con appartamenti papali, venne poi utilizzata come carcere fino all’epoca dell’unità d’Italia e infine come rifugio per le famiglie di Civita Castellana durante la seconda guerra mondiale, dove vissero per diverso tempo cucinando sotto il porticato e coprendo con la fuliggine gli affreschi delle volte. Oggi il Forte è adibito a museo archeologico dell’Agro Falisco.

È seguita una puntata alla bottega di mastro Cencio, un artigiano/artista che riesce a lavorare la ceramica in modo tale da farla sembrare antica e la dipinge con le stesse raffigurazioni dei vasi antichi ritrovati durante gli scavi nell’area; quindi i giornalisti ARGA Lazio sono andati nella cattedrale di Santa Maria Maggiore, anche nota come Duomo Cosmati per via della famiglia di costruttori (marmorari romani) che la realizzò a partire dal 1185 su una chiesa preesistente. Rifatta nel ’700, con un organo che venne suonato da Mozart quando visitò Civita Castellana, conserva l’antica cripta (oggetto di una rapida visita) e l’altare maggiore costituito da un sarcofago paleocristiano del III o IV secolo.

Come ultima tappa del press-tour, il Museo della Ceramica Casimiro Marcantoni, intitolato al ceramista che nel 1909 diede vita alla prima associazione industriale dei ceramisti locali. Il Museo conserva, oltre ai vari manufatti d’epoca, le prime immagini delle famiglie che lavoravano nelle antiche fabbriche.